Numero 1/2020FABIO VECCHI Tutele reali e logiche strumentali nella nuova legge del Montenegro sulla libertà religiosa del 27 dicembre 2019
Numero 2/2020FABIO VECCHI Recensione a PÉTER SZABÓ (a cura di), Primacy and Synodality. Deepening Insights, Proceedings of the 23th Congress of the Society for the Law of the Eastern Churches, Debrecen, September 3-8, 2017
RIASSUNTO
Nel luglio del 2014, l’Associazione «Chiesa d’Inghilterra», che rappresenta ufficialmente in Italia la Chiesa anglicana inglese, è stata eretta in ente morale tramite decreto del Presidente della Repubblica, ai sensi dell’art. 2 della legge 1159/1929. Cinque anni dopo, nel luglio 2019, la medesima Associazione ha sottoscritto per la confessione religiosa di cui è espressione un’intesa con la Repubblica Italiana ex art. 8, c. 3° Cost. La legge di approvazione dell’intesa, che il Parlamento non ha ancora deliberato, sarà l’ultimo passaggio di un iter che consentirà alla Chiesa d’Inghilterra in Italia di accedere alla disciplina di favore che l’ordinamento riserva alle confessioni munite di intesa, con i conseguenti benefici giuridici ed economici (a cominciare dalla partecipazione al meccanismo dell’«otto per mille»). Il contributo esamina caratteri e le regole di funzionamento dell’Associazione «Chiesa d’Inghilterra», come delineati dal suo statuto, ed espone i contenuti dell’intesa. Questi temi vengono inoltre messi in rapporto con l’evoluzione storica della presenza anglicana in Italia; una presenza contraddistinta da precisi connotati sociali e organizzativi, e alla cui esiguità numerica ha fatto da contrappeso, fin dalla prima metà del XIX secolo, una proiezione significativa nel panorama culturale italiano.
PAROLE CHIAVE
Associazione «Chiesa d’Inghilterra», Chiesa d’Inghilterra, storia dell’anglicanesimo in Italia; intese, finanziamento delle confessioni religiose