Numero 1/2023ANTONIO MITROTTI Buon andamento ed imparzialità dell’Amministrazione alla luce del pensiero di Roberto Bellarmino e Paolo Sarpi
Numero 1/2023MARIA D’ARIENZO I rapporti tra Stato e Chiesa cattolica. Spunti di riflessione a partire dal pensiero di Paolo Sarpi e Roberto Bellarmino
In assenza di un’unica forma di culto, ufficiale e consolidata, non sussistettero nella Roma precristiana le condizioni per un rifiuto di tipo ideologico delle arti magiche, per cui esse furono generalmente tollerate quando non si rivolgevano a pratiche nocive contro altre persone o interessi pubblici. I vaticinatores, in quanto corruttori dei pubblici mores, furono sempre banditi dalla città, e in caso di recidiva, costretti in vinculo o relegati in insulam. Se qualcuno avesse consultato mathematici, hariali, haruspicies o vaticinatores riguardo alla vita dell’imperatore, sarebbe stato punito con la morte assieme a colui che ne avesse dato il responso. Le Dodici Tavole, riferendo gli incantamenta finalizzati a volontà individuali malvage e interagendo sugli aspetti fondamentali di una società ancora ristretta, ne personificano le interazioni sulla base di credenze connesse al mondo agricolo- pastorale: le colture, le messi, gli animali. La legislazione decemvirale attraverso la Tab. VIII,8aela Tab.VIII, 8b, rende conto in maniera eloquente dell’avversione verso la magia, quando è intesa come arte di dominare lo spirito vitale della natura per scopi antisociali.
PAROLE CHIAVE
Magica incantamenta, arti magiche, forme di culto nell’antica Roma, religio e devianze nel diritto romano