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La National Association of Intercollegiate Athletics (NAIA), organo di governo americano dei programmi di atletica in circa duecentocinquanta college e università, ha di recente approvato all’unanimità una nuova Transgender Participation Policy. La principale novità riguarda proprio la partecipazione delle studentesse-atlete alle discipline sportive praticate all’interno delle scuole associate. Si stabilisce, infatti, che soltanto «le studentesse-atlete il cui sesso biologico è femminile possono partecipare agli sport femminili sponsorizzati dalla NAIA». Diversamente - a discrezione delle istituzioni educative membri dell’Associazione - le studentesse-atlete che hanno iniziato una terapia ormonale mascolinizzante potranno prendere parte alle sole attività interne alla scuola, oltre che alle competizioni esterne che non siano, però, considerate ‘numerabili’ ai sensi dell’art. 12, sez. XXV, della Nac Policy (cioè non incluse nelle statistiche, nei record di vittorie-sconfitte e nei record degli allenatori). Si stabilisce, inoltre, che tali studentesse-atlete potranno partecipare a tutti gli sport maschili.
La nuova politica dell’Associazione è essenzialmente volta - per come asserito nel documento approvato - a sostenere competizioni eque, leali e sicure per tutti gli studenti-atleti. In questa prospettiva, infatti, la Nationale Association of Intercollegiate Athletics (NAIA) organizza categorie di gara separate per atlete e atleti poiché ritiene che «ogni sport NAIA include una combinazione di forza, velocità e resistenza, fornendo vantaggi competitivi agli studenti-atleti maschi», ad eccezione del tifo e della danza agonistici.
Tuttavia, l’innovata Transgender Participation Policy della Nationale Association of Intercollegiate Athletics (NAIA) appare assumere come regola generale quella che, invece, nella proposta di regolamento sportivo del Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti d’America costituisce un’eccezione. Pubblicata nell’aprile 2023 nel quadro di una più ampia regolamentazione in corso di approvazione sugli obblighi delle scuole ai sensi del Titolo IX degli emendamenti sull’istruzione del 1972, la proposta di regolamento, infatti, prevede che il trattamento differenziale nella selezione e nella formazione delle squadre sportive basato sull’identità di genere è vietato dal Titolo IX in tutte le istituzioni educative che ricevono finanziamenti federali. Allo stesso tempo, però, si prevede che in alcuni casi specifici - in particolare, in contesti altamente competitivi (qual è l’atletica leggera) ove possono di fatto prevalere valutazioni relative alla concorrenza leale e alla sicurezza sportiva - le scuole possono introdurre talune restrizioni.
In un simile contesto, quindi, ben possono così delinearsi politiche scolastiche sportive difformi, con il possibile effetto di comprimere, anziché rafforzare, la garanzia di effettiva tutela del diritto delle donne allo sport in condizioni di eguaglianza e pari opportunità.
Perplessità ulteriori si sollevano in riferimento alle diverse scuole cattoliche che appartengono alla Nationale Association of Intercollegiate Athletics (NAIA). È evidente che le nuove linee guida potranno favorire una più ampia promozione della partecipazione alle discipline sportive nel pieno rispetto degli insegnamenti della Chiesa cattolica. Tuttavia, l’osservanza della nuova Transgender Participation Policy potrebbe implicare l’estromissione di tali scuole dall’assistenza finanziaria federale. A riguardo, infatti, è bene tenere presente che la proposta di regolamento sportivo, pur non applicandosi direttamente agli organi di governo - quali la Nationale Association of Intercollegiate Athletics (NAIA), la National Collegiate Athletic Association (NCAA) o le associazioni sportive delle scuole superiori statali - continua a disciplinare le istituzioni scolastiche che ne sono membri costituenti e che ricevono fondi federali. Si stabilisce, in particolare, che tali scuole ‘comunichino’ con i rispettivi organi di governo atletico in merito alla loro conformità agli obblighi di cui al Titolo IX, che appunto vieta ampiamente la discriminazione “sulla base del sesso” nei programmi e nelle attività di scuole, college e università finanziate dallo Stato. Le istituzioni educative - come specificato nel regolamento - non sono esentate dall’osservanza del Titolo IX anche se membri di un’associazione che adotta regole di segno opposto.
È prevedibile che le scuole cattoliche - al pari delle altre scuole religiose - si avvarranno dell’esenzione dalle politiche statuali contrarie alle proprie convinzioni; esenzione che la proposta di regolamento sportivo del Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti d’America appare, infatti, non escludere. Tuttavia, anche qualora venisse concessa l’esenzione religiosa, ci si chiede in quale misura la norma, se definitivamente approvata, potrà influenzare tali istituzioni. È evidente, infatti, che la politica della National Association of Intercollegiate Athletics (NAIA) potrebbe avere un notevole impatto nelle decisioni delle scuole cattoliche di partecipare a competizioni esterne con altre scuole pubbliche o private che non seguano categoricamente politiche di partecipazione alle squadre basate sull’identità di genere. Non è neppure da escludere che siano queste ultime a decidere di rinunciare alla competizione con le scuole religiose che appunto organizzano gli sport sulla base del sesso biologico.
Auspicabile è allora che il Dipartimento dell’Istruzione pubblica statunitense dia indicazioni specifiche su come la norma proposta e l’eventuale esenzione religiosa dovranno trovare attuazione nelle politiche interne sulla partecipazione sportiva delle scuole con credenze religiose contrarie ai requisiti fissati.
Seppure, quindi, la nuova Transgender Participation Policy della National Association of Intercollegiate Athletics (NAIA)sia volta a rafforzare la partecipazione delle donne allo sport in condizioni di equità, in realtà dalla sua attuazione potrebbero, invece, risultare significativamente compromesse quelle pari opportunità sportive che la Carta Olimpica garantisce a livello internazionale, senza che possano costituirne impedimento motivi di genere, di orientamento sessuale e di identità religiosa.
Caterina Gagliardi
Fonte: https://www.naia.org/transgender/files/TG_Policy_for_webpage_v2.pdf
Identità di genere - orientamento sessuale - diritto allo sport - sport femminili - istituzioni educative americane - Nationale Association of Intercollegiate Athletics (NAIA) - Transgender Participation Policy - scuole cattoliche