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Sulla Gazzetta Ufficiale del 25 marzo 2024 è stato pubblicato il Decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca del 9 febbraio 2024 riportante la Tabella di corrispondenza tra i titoli accademici italiani e quelli della Santa Sede, in attuazione dell’Accordo sottoscritto il 13 febbraio 2019 tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede per l’applicazione della Convenzione di Lisbona sul riconoscimento dei titoli di studio di livello universitario nella regione europea. Il Decreto ministeriale completa un lungo percorso che ha condotto al riconoscimento dei titoli ecclesiastici, non solo nelle discipline teologiche (o a queste collegate) ma anche in altre discipline accademiche, superando le distinzioni finora in essere e prevedendo procedure chiare e trasparenti per i riconoscimenti. Trattasi, quindi, di tutti quei titoli rilasciati da Università, Facoltà e altre Istituzioni di studi superiori ecclesiastiche canonicamente erette o approvate dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica che fruiscono del diritto di conferire gradi accademici per autorità della Santa Sede (CIC, cann. 815 – 821).
Partendo da quanto stabilito nell’art. 10 n.2 dell’Accordo di Villa Madama del 1984 e considerato il decreto del Presidente della Repubblica del 2 febbraio 1994, n. 175, di approvazione dell’intesa Italia - Santa Sede per il riconoscimento dei titoli accademici pontifici nonché la Convenzione – e successivi atti attuativi - di Lisbona dell’11 aprile 1997 sulla circolazione dei titoli accademici, e fatte salve le disposizioni in tema di autonomia didattica degli atenei italiani, il Decreto punta a dare piena concretezza all’impegno concordatario ed a quello internazionale di collaborazione e scambio tra le istituzioni accademiche di vari Paesi e, specificamente, anche a quanto prevedeva l’accordo del 2019 in tema di redazione, con aggiornamento periodico, di tabelle di corrispondenza tra i titoli accademici dell’ordinamento ecclesiale ed italiano. Inoltre, con il Decreto si riconosce l’impegno della Chiesa cattolica nell’aggiornamento degli studi ecclesiastici, avviato prima con la riforma degli studi in scienze religiose e, poi, in tutte le altre discipline insegnate in istituzioni accademiche ecclesiastiche per mezzo dell’adeguamento generale dei percorsi alle disposizioni europee ed internazionali in tema di formazione superiore nonché si realizza in Italia «un livello più avanzato di pluralismo culturale ed accademico (art. 9 Cost.) ed anche una più ampia tutela del diritto di libertà religiosa (art. 19 Cost.), di cui il riconoscimento dei titoli accademici nelle discipline ecclesiastiche rappresenta una specifica attuazione» (Paolo Cavana, La nuova Intesa per il riconoscimento dei titoli accademici pontifici in discipline ecclesiastiche, in Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2020, p. 477; Cfr. anche Vincenzo Pacillo, Sul riconoscimento dei titoli accademici ecclesiastici in Italia: prospettive di riforma dopo Veritatis Gaudium, in Logos. Rivista politico-culturale, 19 dicembre 2018, reperibile sul web).
L’Accordo del 2019 aveva chiarito la corrispondenza dei titoli per livello, cosicché i titoli di Laurea rilasciati dalle Istituzioni della formazione superiore italiane venivano riconosciuti come corrispondenti ai titoli di Baccalaureato rilasciati dalle Istituzioni della formazione superiore della Santa Sede; quelli di Laurea Magistrale ai titoli di Licenza rilasciati dalle Istituzioni della formazione superiore della Santa Sede; i titoli di Dottorato di Ricerca rilasciati in Italia corrispondenti ai titoli di Dottorato ecclesiastici. Si puntava anche al riconoscimento di periodi di studio svolti nelle Istituzioni dei due ordinamenti o degli scambi accademici, favorendosi l’accesso agli studi del livello successivo per quanti fossero in possesso di un titolo di livello inferiore, oggetto di corrispondenza nell’altro ordinamento.
All’Accordo del febbraio 2019 aveva fatto seguito il decreto del Presidente della Repubblica del 27 maggio 2019 n. 63 che dava esecuzione allo scambio di Note Verbali tra l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e la Segreteria di Stato - Sezione per i Rapporti con gli Stati circa il riconoscimento dei titoli accademici conferiti dalle Facoltà approvate dalla Santa Sede. In particolare, la Nota verbale aveva l’obiettivo di integrare l’elenco delle discipline ecclesiastiche, aggiornando le procedure di riconoscimento dei relativi titoli accademici ecclesiastici. Di conseguenza, si stabiliva di considerare come discipline ecclesiastiche “riconosciute”, ai sensi e per gli effetti dell'Accordo di Villa Madama del 18 febbraio 1984, oltre alla teologia (come stabilito già nel 1984) e alla sacra scrittura (secondo quanto integrato nel 1994), anche il diritto canonico, la liturgia, la spiritualità, la missiologia e le scienze religiose. Di conseguenza, i titoli accademici di primo (baccalaureato) e secondo (licenza) livello rilasciati da istituzioni accademiche pontificie nelle citate discipline oggetto di ampliamento venivano riconosciuti, a richiesta degli interessati, rispettivamente come laurea e laurea magistrale nell’ordinamento italiano, purché il curriculum di studio ecclesiastico avesse permesso di maturare almeno 180 crediti formativi per la laurea e almeno 120 crediti formativi per la laurea magistrale.
Il Decreto ministeriale del 2024 completa il percorso di riconoscimento di corrispondenza dei titoli, estendendosi a quelli erogati da istituzioni accademiche ecclesiastiche in discipline non strettamente teologiche, giusta una tabella di corrispondenza di titoli di primo e secondo ciclo, allegata al Decreto, e previa verifica dei risultati di apprendimento raggiunti, come descritti nella stessa tabella. Tale corrispondenza tra il sistema della Santa Sede e quello italiano è effettuata per permettere l’accesso all’istruzione superiore, il proseguimento degli studi accademici e il conseguimento dei titoli accademici nelle rispettive Istituzioni della formazione superiore. La tabella ha uno scopo meramente comparativo e non determina alcun riconoscimento formale, elemento che rimane demandato alle istituzioni della formazione superiore e a quelle preposte per legge a svolgere tali procedure (secondo quanto stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica 30 luglio 2009, n. 189). Tuttavia, al fine di facilitare tali procedure di riconoscimento, per la verifica dell’autenticità della documentazione accademica, le istituzioni della formazione superiore italiane potranno ricorrere all’utilizzo degli strumenti e della documentazione prodotta dal Centro di informazione sulla mobilità e le equivalenze accademiche (CIMEA). Per le procedure e i criteri di riconoscimento dei titoli di dottorato, invece, resta ferma, secondo quanto chiarito nel decreto del 2024, la procedura di riconoscimento di cui al d. lgs. 165/2001 e alla l. 148/2002. E’, inoltre, previsto che le istituzioni universitarie italiane possano sottoscrivere apposite convenzioni al fine del rilascio in forma doppia o congiunta dei propri titoli accademici con le istituzioni della Santa Sede. Così, stando alla tabella di corrispondenza, il Baccalaureato in Scienze dell’educazione e della formazione conseguito in una delle istituzioni accademiche pontificie individuate sarà corrispondente, dopo la verifica dei risultati di apprendimento raggiunti, alla Laurea in Scienze dell’educazione e della formazione (L19); la Licenza in Scienze pedagogiche ecclesiastica sarà corrispondente alla Laurea magistrale in Scienze pedagogiche (LM85); il Baccalaureato e la Licenza in filosofia corrisponderanno alla Laurea in Filosofia (L05) e alla Laurea magistrale in Scienze filosofiche (LM78); la Licenza in Lettere cristiane e classiche corrisponderà alla Laurea magistrale in Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità (LM 15), quella in Beni culturali della Chiesa alla Laurea magistrale in Storia dell’Arte (LM89), quella in Comunicazione sociale alla Laurea magistrale in Teoria della Comunicazione (LM92), la Licenza in Studi arabi ed islamistica alla Laurea magistrale in Lingue e letterature dell’Africa e dell’Asia (LM36)…
Il Decreto mira, quindi, a favorire la piena realizzazione del diritto allo studio, di quello al riconoscimento dei titoli di studio ed alla diversità come valore, stante la diversificazione dei sistemi di istruzione nella regione europea caratterizzati da eterogeneità culturale e religiosa, agevolando gli scambi culturali e l’accesso alle risorse educative di altri ordinamenti, favorendo la mobilità ed ampliando le prospettive di spendibilità della formazione ecclesiastica e, quindi, lavorative. Un impegno che, per la Chiesa cattolica e le sue istituzioni accademiche diffuse in tutto il mondo, significa anche lavorare per un ulteriore innalzamento della qualità dell’offerta formativa, puntando a facilitare l’interdisciplinarità e la collaborazione, promuovendo una formazione integrale ed organica e garantendo la libertà di ricerca e di insegnamento.
Paolo Palumbo