NEWS GERMANIA Situazione religiosa nel 2025 (Stefano Testa Bappenheim)
NEWSSTATI UNITI D’AMERICA L’Ufficio della fede della Casa Bianca e la libertà religiosa (Roberta Scarcella)
(4 maggio 2025)
Nell’anno giubilare in corso si registra una tendenza inquietante: un’impennata del commercio online di reliquie, sia autentiche che presunte tali. Questo mercato illecito, caratterizzato da ambiguità e da potenziali frodi, suscita serie preoccupazioni all'interno della Chiesa.
La denuncia presentata alla Procura di Perugia, nei confronti di ignoti, presentata dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, porta all’attenzione dell’intera comunità una particolare vicenda, che non sembra essere isolata: la compravendita online di reliquie sacre.
«“Relic reliquary” del Beato Carlo Acutis “ex capillis con certificato”», è questo l’annuncio finito su un famoso sito internet, un’asta alla quale erano state fatte già diverse offerte, facendo schizzare il prezzo di tale reliquia ad una somma pari a 2.110 euro.
Si tratta per l’appunto di una ciocca di capelli di Carlo Acutis, deceduto a soli 15 anni, a causa di una leucemia fulminante e beatificato ad Assisi il 10 ottobre 2020. La sua grande passione per l’informatica, gli ha permesso di divulgare e testimoniare la fede on-line e di ideare e creare una mostra sui miracoli eucaristici nel mondo.
Per la presunta reliquia, dotata secondo l’annuncio di certificato di autentica, Monsignore Sorrentino ha chiesto il sequestro in modo da poter attestare l’effettiva autenticità.
Quella del Beato Carlo Acutis non è la sola reliquia a circolare nel mondo del web, saturo, a quanto pare, di cimeli sacri.
Le ossa di San Nicola di Bari o di Padre Pio, un cuscinetto entrato in contatto con il corpo di Santa Rosa, il sangue di Cristo, un frammento della Croce di San Pietro, fanno tutti parte di questo vero e proprio mercato che impazza online. Oltre ai vari siti generici, in cui è possibile vendere qualsiasi cosa, sono nati veri e propri e-commerce specializzati nella vendita di oggetti sacri, in cui, giorno per giorno, vengono messi all’asta reliquie, anche particolarmente pregiate.
Il prezzo che viene proposto non è sicuramente irrisorio: si va dai 120 euro per la reliquia di San Pio X a quasi 5 mila euro per quella di Padre Pio.
Le reliquie proposte, dotate di un’accurata descrizione, generalmente sono spacciate come autentiche e correlate del relativo certificato di autenticità. È opportuno sottolineare che tale autenticità non è sempre scontata. Infatti, se è vero che una reliquia originale deve riportare sigillo su ceralacca e documento di autentica, è altrettanto vero che questi possono essere abilmente contraffatti tramite la creazione di falsi. Dal punto di vista legislativo, il reato che potrebbe configurarsi è quello di truffa (art. 640 del Codice penale), e trattandosi di reato a querela di parte, graverà sull’acquirente ingannato l’onere di sporgere denuncia (salvo che non ricorra un’aggravante di cui all’art. 640, comma 2, n. 1, 2 e 2-bis).
Per quanto riguarda il versante del diritto della Chiesa cattolica, il Codice di diritto canonico, prevede il divieto assoluto verso la mercificazione di reliquie descritto al Can. 1190, a norma del quale:
«§1. È assolutamente illecito vendere le sacre reliquie.
- 2. Le reliquie insigni, come pure quelle onorate da grande pietà popolare, non possono essere alienate validamente in nessun modo né essere trasferite in modo definitivo senza la licenza della Sede Apostolica.
- 3. Il disposto del §2 vale anche per le immagini che in taluna chiesa sono onorate da grande pietà popolare».
Tale divieto viene poi nuovamente ripreso dall’art 25 dell’Istruzione “Le reliquie nella Chiesa: Autenticità e Conservazione” della Congregazione delle Cause dei Santi pubblicata il 16 dicembre del 2017.
L’innovazione che porta l’Istruzione consiste nel prevedere un doppio divieto per le reliquie: il commercio, vale a dire lo «scambio di una reliquia in natura o in denaro», nonché la vendita, cioè la «cessione della proprietà di una reliquia dietro il corrispettivo di un prezzo». La norma proibisce anche l’«esposizione in luoghi profani o non autorizzati». È chiaro che il divieto si estende anche al fenomeno dell’e-commerce.
L’istruzione del 2017, divisa in tre parti, chiarisce inoltre i compiti, le responsabilità e le modalità con cui gestire e conservare le reliquie, in particolare, vengono specificate: le operazioni di ricognizione canonica, il prelievo di frammenti, la confezione di reliquie, la traslazione dell’urna, l’alienazione delle reliquie e i pellegrinaggi delle stesse.
La compravendita di reliquie ha comunque radici e tempi remoti. Da sempre, si è creduto che il possesso dei resti di Santi o di Cristo avesse proprietà curative o spirituali. Tutto questo ha fatto si, che, nel corso di tutta la storia, tra autentiche e false, circolasse un enorme numero di reliquie, destinato ad incrementare il mercato e contestualmente il numero di truffe. Non ci può essere alcuna certezza dietro gli annunci proposti sul web, ma, nonostante questo, fedeli particolarmente “devoti” o bizzarri collezionisti, pagando prezzi spropositati, sperano di ricevere pezzi unici per il bene delle proprie anime o delle proprie collezioni.
«Un’offesa al sentimento religioso!» ha così commentato monsignor Sorrentino.
Francesco Nigido