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NEWSSANTA SEDE Per un’intelligenza artificiale al servizio dello sviluppo integrale della persona e della società. La Nota “Antiqua et nova” del 28 gennaio 2025 sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana dei Dicasteri per la Dottrina della Fede e per la Cultura e l’educazione (Fabio Balsamo)
(30 gennaio 2025)
Le complesse relazioni tra i paesaggi naturali e gli impianti geotermici sono al centro di ampi dibattiti nel quadro delle numerose iniziative di transizione ecologica. Gli specialisti di varie discipline appaiono difatti confrontarsi nella continua ricerca e definizione di soluzioni sostenibili efficaci, in quanto finalizzate non soltanto a promuovere un ‘cambio’ delle tecniche di approvvigionamento energetico, ma anche a far convergere all’interno di uno specifico campo di azione istanze al tempo stesso ambientali, sociali ed economiche.
Non stupisce, tuttavia, che le implicazioni generate dalla transizione geotermica rispetto all’uso ‘naturale’ del paesaggio continuino ad alimentare nella società globale la percezione del rischio che il territorio interessato possa avere ricadute a lungo termine irreparabili.
Tanto è emerso più di recente dalla contrarietà espressa dall’Arcivescovo di Ende, Paulus Budi Kleven, alla realizzazione di centrali geotermiche sull’isola di Flores e in altre località dell’arcidiocesi indonesiana in una dichiarazione video pubblicata lo scorso 10 gennaio[1].
Si tratta, in particolare, di progetti che si inseriscono nel più ampio Piano energetico che interessa l’Indonesia, considerata per la propria conformazione geologica un sito ideale per l’esplorazione e l’utilizzo del sottosuolo ai fini del reperimento di risorse rinnovabili. Attività che il Governo indonesiano appare peraltro sostenere in misura significativa, sia attraverso la previsione di procedure amministrative più semplici, sia grazie ad un più agevole accesso agli investimenti nel settore.
Le ‘inconvenienze’ associate alla realizzazione di questi processi di transizione geotermica - seppure moderate dalla rapida evoluzione tecnologica delle infrastrutture energetiche - appaiono però intaccare gli equilibri naturali che caratterizzano l’isola di Flores, oltre che la vita sociale ed economica delle stesse comunità locali dedite prevalentemente alle colture agricole e perciò profondamente legate alla Terra.
A tale riguardo, di notevole impatto è stato quindi il punto di vista dell’Arcivescovo Kleven che - per la prima volta all’interno della Chiesa cattolica in Indonesia - ha posto l’accento proprio sulla necessità che gli obiettivi di transizione energetica inerenti al territorio della propria arcidiocesi siano rivisti e valutati in ragione delle caratteristiche fisiche e dell’identità culturale dei luoghi. È stata così sottolineata l’importanza che lo sfruttamento ‘sostenibile’ della Terra sia sempre ispirato a una visione armonica del pianeta e proiettato al raggiungimento del bene comune, senza implicare invece forme di degrado molto spesso alimentate dalle logiche economiche del mercato.
Quanto rilevato dall’Arcivescovo Kleven si inserisce pienamente nell’attenzione per la salvaguardia e la custodia del creato che il Magistero della Chiesa cattolica ha sviluppato e approfondito negli ultimi anni.
Sul più specifico tema della ricerca e dell’uso delle energie rinnovabili, in diverse occasioni Papa Francesco, nel sollecitare l’urgenza del passaggio dalle fonti fossili alle fonti a impatto zero, si è peraltro soffermato proprio sui ‘paradossi’ della transizione energetica. Se, da un lato, appare infatti indubitabile che l’energia geotermica possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità; dall’altro lato, tuttavia, non risulta altrettanto certo che gli impatti sull’ambiente e sulla vita comunitaria delle persone - quali, ad esempio, la riduzione di risorse idriche dovuta all’estrazione dei fluidi geotermici e la miscrosismicità innescata dall’estrazione e dalla reiniezione dei fluidi nel serbatoio geotermico - non siano particolarmente significativi.
Anche alla luce degli insegnamenti contenuti nella Lettera Enciclica ‘Laudato sì’ e nell’Esortazione Apostolica ‘Laudate Deum’ di Papa Francesco, la ricerca di una relazione autentica e sostenibile con la natura, che possa svilupparsi nel rispetto del profondo legame tra equilibrio personale, sociale ed ambientale, denota quindi l’importanza di promuovere e attuare una transizione geotermica responsabile, che assolva cioè al compito di fornire energia ma «con modalità di sfruttamento delle risorse che evitino di produrre squilibri ambientali tali da causare un processo di degrado e inquinamento, da cui l’intera umanità di oggi e di domani resterebbe gravemente ferita»[2].
In questo percorso, seppure complesso, l’impegno dell’Arcivescovo indonesiano rivela concretamente il contributo attivo delle religioni nella definizione e nello sviluppo di politiche di transizione e strategie di investimento che siano orientate al rispetto dei ‘paesaggi naturali’ e della peculiare connessione con le comunità ospitanti, nella prospettiva di una effettiva conversione ecologica integrale.
Caterina Gagliardi
[1] La dichiarazione video pubblicata dell’Arcivescovo indonesiano è reperibile al seguente link: https://www.licas.news/2025/01/20/indonesian-archbishop-denounces-geothermal-projects-over-environmental-concerns/.
[2] Papa Francesco, Discorso ai partecipanti all’incontro per dirigenti delle principali imprese del settore petrolifero, del gas naturale e di altre attività imprenditoriali collegate all’energia, 9 giugno 2018.