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Ad aprile del 2018, il Presidente del Land della Baviera, Markus Söder, di religione protestante, aveva annunziato di voler far installare una croce ben visibile in ogni ufficio pubblico bavarese, ritenendola il segno fondamentale dell’identità culturale bavarese ed un simbolo della dignità umana, della carità e della tolleranza.
Egli aveva dunque disposto per decreto la modifica del regolamento amministrativo generale della Pubblica Amministrazione della Baviera, con l’inserimento del § 28, il quale dice: “Una croce dev’essere collocata all’ingresso di ogni edificio pubblico, in posizione ben visibile, come espressione del carattere storico e culturale della Baviera”.
Il decreto era stato impugnato dinanzi al Tribunale amministrativo della Baviera, il BayVGH, che il I giugno 2022 l’aveva giudicato perfettamente legittimo, donde la successiva impugnazione dinanzi al Tribunale amministrativo federale, che, con sentenza del 19 dicembre 2023, l’ha parimenti ritenuto perfettamente regolare.
I supremi giudici amministrativi di Lipsia, infatti, ritengono che non vi sia nessuna violazione dei diritti fondamentali garantiti ex §§ 3 e 4 GG: per un osservatore le croci possono rappresentare un simbolo centrale della fede cristiana, ma non violano la garanzia di libertà religiosa ex § 4 commi 1 e 2 GG, dato che da questo articolo non discende nessun diritto ad essere risparmiati sempre e comunque dalla vista d’un simbolo non gradito, qui una croce; neppure, continuano i giudici di Lipsia, l’affissione delle croci negli edifici pubblici configura una discriminazione per motivi religiosi, ex § 3 comma 1 GG: questa disposizione, infatti, vieta allo Stato di privilegiare alcune comunità religiosa a detrimento di altre, cosa che qui lo Stato non fa, dato che lo stesso § 28 AGO - che ha disposto l’affissione delle croci - le qualifica expressis verbis come simboli storico-culturali, e, d’altro canto, né dal § 28 AGO né da altre disposizioni derivano discriminazioni d’alcun tipo.
Il principio costituzionale di Neutralität è diverso dalla laïcité francese, e non impone allo Stato di rinunciare completamente ad ogni riferimento religioso in nome d’una laicità rigorosa, mentre, invece, lo obbliga ad essere aperto alla diversità delle convinzioni religiose e di visione del mondo, e gli vieta di identificarsi con una fede o visione del mondo particolare: ebbene, il § 28 AGO non fa sì che la Baviera s’identifichi con una confessione religiosa o visione del mondo particolare, sicché il decreto contestato è pienamente legittimo.
Stefano Testa Bappenheim