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Le confessioni religiose costituiscono degli interlocutori fondamentali nel dibattito concernente le implicazioni etiche dell’intelligenza artificiale. Si pensi al coinvolgimento delle organizzazioni confessionali nella discussione, in seno al Parlamento europeo, degli Orientamenti etici per un’IA affidabile elaborati dall’High-Level Expert Group on Artificial Intelligence nominato dalla Commissione europea o alle iniziative intraprese in ambito cattolico, che hanno condotto alla preparazione nel 2020 del Documento “Rome Call for AI Ethics”, sottoscritto il 10 gennaio 2023 anche da rappresentanti dell’ebraismo e dell’Islam.
La riflessione sull’algor-etica si è arricchita di un ulteriore importante contributo a seguito della pubblicazione, il 14 dicembre 2023, del Messaggio di Papa Francesco per la LVII Giornata Mondiale della Pace sul tema “Intelligenza artificiale e pace”. Il Messaggio assume un interesse ancora maggiore perché interviene a pochi giorni dall’accordo provvisorio raggiunto nella notte tra l’8 e il 9 dicembre 2023 tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea sul testo del Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (AI Act).
Nel Messaggio il Pontefice evidenzia innanzitutto i rischi che possono derivare dall’impiego degli algoritmi tesi alla categorizzazione degli individui nei “sistemi di credito sociale” (c.d. social scoring), pratica che nell’accordo provvisorio di AI Act è stata opportunamente inserita tra quelle vietate insieme alla manipolazione comportamentale cognitiva, allo scraping non mirato delle immagini facciali da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso, al riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e negli istituti di istruzione, alla categorizzazione biometrica per dedurre dati sensibili, quali l'orientamento sessuale o le convinzioni religiose, e ad alcuni casi di polizia predittiva per le persone.
Sul punto Papa Francesco ribadisce, contro ogni rischio di discriminazione o di pregiudizio che un uso improprio dell’intelligenza artificiale può generare, che «la dignità intrinseca di ogni persona e la fraternità [...] devono stare alla base dello sviluppo di nuove tecnologie e servire come criteri indiscutibili per valutarle prima del loro impiego, in modo che il progresso digitale possa avvenire nel rispetto della giustizia e contribuire alla causa della pace».
Proprio il rischio che l’intelligenza artificiale divenga uno strumento al servizio della guerra – come dimostrano, purtroppo, i conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese ancora in corso – è denunciato a chiare lettere da Papa Francesco. Il Messaggio per la LVII Giornata mondiale della Pace, in tal senso, sottolinea la necessità di individuare, a livello normativo, linee guida etiche per la produzione di forme di intelligenza artificiale che non possono prescindere dal significato dell’esistenza umana, dalla tutela dei diritti umani fondamentali e dal perseguimento della giustizia.
Anche in questo ambito diviene così fondamentale la collaborazione tra le diverse fedi religiose per l’individuazione di adeguati principi etici e per la costruzione di un futuro più solidale, giusto e pacifico.