10 ottobre 2024

Il 22 settembre scorso, il Primo Ministro dell’Albania, Edi Rama, rivolgendosi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione del Summit of the Future, ha comunicato la volontà del proprio governo di avviare le procedure per una riforma costituzionale che consenta l’istituzione di un microstato di ispirazione islamica nel territorio della Repubblica[1].

I beneficiari della “concessione” della sovranità sarebbero i Bektashi, una minoranza islamica, pari al 10% di tutti i musulmani albanesi. Gravitano nello sciismo e si sono sviluppati all’interno dell’Impero ottomano intorno al XIII secolo. Strutturatisi come confraternita, si sono diffusi nei Balcani.

Le alterne vicende che segnarono questa confessione religiosa sono connesse al fatto che ad essa si affiliarono i giannizzeri, ossia le guardie di fiducia del sultano, che si resero protagoniste della politica della Sublime Porta fino alla loro dissoluzione nel 1826[2].

Tra le loro caratteristiche spiccano la sensibilità mistica, derivante dal sufismo, la moderazione nell’osservanza dei precetti, il forte radicamento sul territorio.

Ad esempio, non si oppongono al consumo del vino, non pretendono il porto del velo, riconoscono alle donne uguaglianza nel godimento dei diritti e nella partecipazione alla vita liturgica, semplificano l’adempimento dei precetti dell’Islam. Inoltre, accolgono pratiche proprie delle altre confessioni monoteiste, come la pronuncia di promesse di celibato, la confessione dei peccati, la venerazione dei santi cristiani[3]. Non è un caso, dunque, che siano malvisti dai gruppi di musulmani ortodossi.

Sono queste le caratteristiche che facilitano il dialogo con le autorità statali, che vedono in loro un interlocutore affidabile e un elemento in grado di frenare le tendenze fondamentaliste che animano alcune frange della religione musulmana.

Le dichiarazioni programmatiche del Primo Ministro albanese, naturalmente, lasciano trasparire molto poco in ordine all’ordinamento che si originerebbe in questo fazzoletto di terra di circa centodiecimila metri quadrati nella capitale Tirana.

Infatti, oggetto della “trasformazione” sarebbe l’attuale Centro mondiale dei Bektashi, che acquisirebbe la sovranità per lo svolgimento delle proprie prerogative in favore dei fedeli sparsi nel mondo.

L’intervento del Premier albanese, come si può leggere in diverse testate giornalistiche, ha suscitato stupore e curiosità: da un lato, si rileva che, qualora fosse portato a termine il progetto, lo “Stato dei Bektashi” sorgerebbe un’entità con un territorio più piccolo della Città dello Stato del Vaticano; dall’altro, si sottolineano i risvolti della cessione di sovranità a una confessione religiosa che non ha mai avuto personalità di diritto internazionale[4].

Ora, la costituzione di uno Stato confessionale per atto unilaterale di un altro Stato potrebbe sembrare una mossa politica inusuale: in attesa di ulteriori sviluppi, sarebbe opportuno che la sovranità garantita non sia soltanto di facciata, che la scelta non acuisca le già complesse tensioni presenti nella società musulmana, che la confessione dei Bektashi si dimostri in grado di mantenere la propria autonomia e indipendenza nelle questioni spirituali, senza che la ricca concessione si trasformi in un potenziale ricatto.

Andrea Miccichè

[1] Il testo integrale dell’intervento è pubblicato su https://mia.gov.al/en/usa-new-york-speech-of-h-e-mr-edi-rama-at-the-summit-of-the-future/.

[2] Cfr. Carlo Alfonso Nallino, voce Bektāshī, in Enciclopedia Italiana, 1930, https://www.treccani.it/enciclopedia/bektashi_(Enciclopedia-Italiana)/.

[3] Cfr. Baba Rexheb, The Bektashi Path, Babagân Books, Chicago, 2016.

[4] Cfr. Emma De Ruiter, L’Albania progetta un microstato come il Vaticano per l’ordine musulmano Sufi, in Euronews, 22 settembre 2024, https://it.euronews.com/2024/09/22/lalbania-progetta-un-microstato-come-il-vaticano-per-lordine-musulmano-sufi.