Numero 2/2024INDICE GENERALE
NEWSITALIA Il commercio online di reliquie (Francesco Nigido)
(4 maggio 2025)
Secondo le pubblicazioni statistiche della DBK (Conferenza episcopale tedesca cattolica)[1] e dell’EKD (Conferenza episcopale protestante)[2] sul numero dei loro fedeli in Germania, le rilevazioni del 2024 segnalano per la prima volta il sorpasso del numero di persone che dichiarano di essere atee rispetto a quelle che invece si dichiarano cristiani (cattolici o protestanti). Il concetto di ateismo è senz’altro complesso da definire, e senza dubbio raccoglie un certo numero di posizioni differenti (dall’ateismo vero e proprio all’agnosticismo, ad una fede con qualche dubbio o perplessità, ma in Germania, ai fini della normativa sul pagamento della Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica, chi non si dichiara membro d’una specifica confessione religiosa viene automaticamente classificato come ‘ateo’, non tanto sulla base d’un’espressa dichiarazione d’ateismo, bensì nel senso che dichiara di non appartenere a nessuna confessione religiosa cui versare la tassa ecclesiastica).
Fatta questa premessa, vediamo che le statistiche rilevano un 47% di persone atee rispetto ad un 45 % di persone appartenenti alla Chiesa cattolica ed a quelle protestanti, e tuttavia sommando i cristiani (cattolici e protestanti) ai musulmani, agli ebrei ed ai membri d’altre confessioni religiose di minoranza, ecco che le persone credenti risultano essere complessivamente un 53%.
Il trend è comunque chiaramente negativo per Cattolicesimo e Protestantesimo, che sono passati dai 26.817.000 (DBK) e 26.613.000 (EKD) del 2000 agli attuali 19.769.000 e 17.980.000 circa.
Poiché, però, i dati dell’appartenenza religiosa in Germania non vengono differenziati sulla base della cittadinanza, altri studi statistici hanno rilevato come il dato complessivo di quest’anno, origine di tanto scalpore, sia dovuto anche alla contabilizzazione dei rifugiati ucraini, che si dichiarano al 64% atei (un 20% effettivamente atei, ed un 44% credenti in Dio ma non aderenti a nessuna confessione religiosa istituzionale) al 33,5% ortodossi (comprendendovi i fedeli del Patriarcato di Mosca, quelli del Patriarcato di Kiev e quelli della Chiesa ortodossa autocefala ucraina), e per il restante 2,5% appartenenti ad un’altra fede religiosa (Chiesa greco-cattolica ucraina, Chiesa cattolica romana, Chiese protestanti, Ebrei e Musulmani).
Viene anche rilevata una crescente distinzione fra i Musulmani praticanti (rispettosi del 5 pilastri dell’Islam) ed i Musulmani culturali, ovvero le persone che pur proclamandosi di fede islamica ammettono di non seguire i precetti coranici, né di frequentare regolarmente una moschea.
L’Ufficio statistico dell’EKD (Chiese protestanti) ha elaborato una ripartizione dei fedeli in 4 categorie:
- I fedeli devoti: i fedeli praticanti sono saldamente ancorati alla società
Il 13 per cento della popolazione tedesca appartiene al gruppo dei devoti, di cui il 14 per cento proviene dalla Germania occidentale e il nove per cento dalla Germania orientale; questo tipo di orientamento è caratterizzato da una religiosità orientata ad una chiesa, che è rilevante per il loro rispettivo mondo di vita; i devoti sono socialmente integrati al di sopra della media, di solito hanno un’istruzione scolastica relativamente alta e sono ben posizionati economicamente, hanno un alto livello di fiducia nelle istituzioni e nelle tradizioni sociali; l’età media è di 54 anni, la più alta tra tutti e quattro i tipi di religiosità.
- I credenti distanti: sanno di cosa si tratta, anche se non li vedi in chiesa
Un quarto della popolazione in Germania può essere assegnato al gruppo dei credenti distanti, di cui il 27 per cento dalla Germania occidentale e il 13 per cento dalla Germania orientale; in questo gruppo non si può riscontrare un legame sociale più stretto con le strutture ecclesiastiche istituzionali; le persone in questo gruppo sono in grado di parlare in maniera competente della propria religione, anche se non nascondono d’avere domande, dubbi e un’idea personale di chi o cosa Dio potrebbe essere per loro; l’ età media è di 50 anni.
- I laici contro le confessioni istituzionali e le tradizioni
Il 56 per cento della popolazione tedesca appartiene al gruppo dei laici, di cui il 73 per cento dei tedeschi orientali e il 53 per cento dei tedeschi occidentali; gli appartenenti a questo gruppo afferma che la religione non abbia alcun ruolo nella loro vita; l’età media dei laici è relativamente bassa, con 47 anni; per il 68 per cento dei laici, l’autorealizzazione è importante: in nessun altro gruppo questa percentuale è più alta.
- Gli alternativi, le confessioni di minoranza
Il sei per cento della popolazione tedesca è annoverato in questa categoria, che si caratterizza per un alto consenso verso gli orientamenti religiosi lontani dalle chiese istituzionali; gli appartenenti a questo gruppo apprezzano piuttosto poco l’impegno sociale e tendono ad avere un’istruzione scolastica bassa; apprezzano la creatività e l’autorealizzazione.
In linea generale, comunque, secondo i dati della DBK, nel 2024 un totale in media del 6,6 per cento dei cattolici ha partecipato al servizio religioso nelle “domeniche di conteggio” (con una gamma nelle diocesi dal 4,5 al 14,4 per cento), mentre nelle chiese protestanti regionali, la percentuale di partecipanti al culto è stata del 2,3 per cento.
Le confessioni di minoranza: anche per quanto riguardi gli Ebrei v’è un calo di fedeli: mentre dal 1990 v’era stata una progressiva crescita numerica, fino a raggiungere il numero record di quasi 108.000 paganti la Kirchensteuer nel 2006, è subito dopo iniziato un progressivo declino, che vede oggi in Germania solo 90.550 persone di religione ebraica; anche la Chiesa neoapostolica, parimenti, è interessata in Germania da un progressivo calo di fedeli in Germania, che secondo gli ultimi dati sono ora pari a 104.000; ugualmente in caso i fedeli della Chiesa metodista, i cui tre distretti di cui si compone in Germania assistono spiritualmente 43.000 fedeli.
Fra le ragioni del calo numerico, peraltro, oltre alla progressiva scomparsa dei fedeli più anziani, solo in parte – a causa della crisi demografica – rimpiazzati da nuovi fedeli, va annoverata anche la Kirchenaustritt, ovvero la formale dichiarazione d’uscita dalla confessione religiosa d’appartenenza, peraltro dovuta a ragioni in parte differenti per i fedeli della Chiesa cattolica e per quelli delle Chiese protestanti: gli ex cattolici sono più determinati o più pronunciati e sfaccettati degli ex protestanti nelle valutazioni sull’importanza delle rispettive ragioni di uscita: per i primi, infatti, le ragioni maggiormente citate sono: “perché trovo la Chiesa poco credibile” (83 %), “perché non ha protetto i bambini e le persone che necessitavano di protezione dagli abusi sessuali” (82 %) e “perché non sono d’accordo con alcune dichiarazioni della Chiesa” (76%), al quarto e quinto posto seguono poi le ragioni: “perché non ho bisogno di religione nella mia vita” (64%) e “perché posso credere anche senza chiesa” (58%).
Tra gli ex evangelici dell’EKD, invece, le ragioni più importanti più citate sono la critica al clero per quanto riguarda l’abuso sessuale (74%) e la sua alienazione: “Chiesa non credibile” (68%), “Non ho bisogno di religione” (60%), “la fede funziona anche senza chiesa” (52%), “la fede è senza senso” (52%)”, “Non mi interessa la chiesa” (46 %); un’identica percentuale del 63% fra gli uni e gli altri, infine, indica come motivo del proprio Kirchenaustritt il desiderio di risparmiare la tassa ecclesiastica; tali abbandoni, peraltro, avvenendo soprattutto fra le fasce d’età più giovani dei fedeli, hanno un effetto limitato sulle finanze della DBK e dell’EKD, compensati dai crescenti pagamenti dei fedeli più anziani con redditi più alti.
L’importanza di tener distinta la registrazione amministrativa in una confessione religiosa dalla fede personale negli insegnamenti delle medesima confessione religiosa è sottolineata da una rilevazione statistica congiuntamente DBK-EKD del marzo scorso, secondo la quale anche fra i cattolici ed i protestanti vi sarebbe una certa percentuale di fedeli che, pur rimanendo registrati alla Chiesa cattolica ed a quelle protestanti, si dichiarano atei: il 13% dei Cattolici ed il 16% dei Protestanti registrati: da ciò risulta che effettivamente, sommando i soli fedeli de vera fide e non anche quelli traditionis causa, in Germania, nonostante l’indefesso zelo pastorale dell’EKD e della DBK (culminato da ultimo con il Synodaler Weg), la popolazione sia oggi in larga maggioranza puramente e semplicemente atea.
Stefano Testa Bappenheim
[1] https://www.dbk.de/presse/aktuelles/meldung/kirchenstatistik-2024
[2] https://www.ekd.de/ekd-veroeffentlicht-mitgliederzahlen-2024-89315.htm