Numero 1/2016FABIO VECCHI Recensione a Matteo Carnì, Il diritto metropolitico di spoglio sui vescovi suffraganei. Contributo alla storia del diritto canonico ed ecclesiastico nell’Italia meridionale. Prefazione di G. Dalla Torre, Giappichelli, Torino, 2015, pp.I-XII e 1-178
Numero 2/2018GIOVANNI BATTISTA VARNIER Lettura a Diego Edigati, Elio Tavilla (a cura di), Giurisdizionalismi. Le politiche ecclesiastiche negli Stati minori della Penisola italiana in età moderna, Aracne, Roma, 2018, pp. 1-236
Sommario
1. L’introduzione della tutela della buona fede come limite al riconoscimento delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale - 2. La rilevanza attribuita alla prolungata convivenza coniugale - 3. La decisione oggetto d’esame.
Riassunto:
Così come configurato dalla giurisprudenza, l’accertamento dei requisiti della stabilità ed esteriorità, necessari per riconoscere alla convivenza coniugale effettiva rilevanza in sede di delibazione, finisce per attribuire al giudice della delibazione, ed in particolare alle Corti di merito, ampi poteri discrezionali, suscettibili di incidere in maniera considerevole sulla possibilità di riconoscimento della sentenza ecclesiastica. Con il rischio ulteriore della formazione di orientamenti differenziati tra le varie Corti d’Appello, ai quali non potrà sopperire la funzione nomofilattica del Giudice di legittimità, incompetente ad intervenire, come avvenuto nel caso di specie, su questioni considerate involgenti apprezzamenti di fatto e pertanto insindacabili in Cassazione.
PAROLE CHIAVE
Delibazione, matrimonio canonico, principi di ordine pubblico