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RIASSUNTO
L’articolo analizza il diritto al nome come diritto fondamentale, mettendo in luce la sua funzione nella tutela dell’identità personale, culturale e religiosa. Il lavoro si articola in una comparazione tra l’ordinamento italiano, quello greco e il diritto internazionale ed europeo, evidenziando le implicazioni giuridiche, simboliche e identitarie legate alla scelta, all’imposizione e alla modifica del nome. In primo luogo, si esamina la disciplina italiana: il nome è tutelato sia dal Codice civile (artt. 6-9) sia dalla Costituzione (art. 22), ed è inteso come un elemento essenziale dell’identità della persona. L’elaborato approfondisce le norme relative all’imposizione del nome, alle modifiche consentite, ai divieti imposti dall’ordinamento, nonché la giurisprudenza che ha riconosciuto la rilevanza costituzionale del diritto all’identità personale. Segue l’analisi del sistema greco, incentrata sulle disposizioni del Codice civile e della legge n. 344/1976. In Grecia, la scelta del nome è strettamente connessa alla dimensione religiosa, soprattutto ortodossa, e si intreccia con prassi come il battesimo e l’uso di nomi cristiani. L’articolo mette in evidenza come il diritto al nome sia talvolta oggetto di controversie tra i genitori, risolte con l’intervento giudiziario, e come lo Stato disciplini la registrazione anagrafica anche sulla base di circolari ecclesiastiche. La parte finale è dedicata al diritto internazionale e sovranazionale. Si richiamano le principali fonti normative (art. 24 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, art. 7 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, art. 8 CEDU) e alcuni casi emblematici della giurisprudenza europea, come Konstantinidis e Mentzen, che mostrano come la traslitterazione forzata del nome possa compromettere l’identità e la libertà religiosa dell’individuo. Il contributo sottolinea la connessione tra il diritto al nome e la libertà religiosa, in particolare quando il nome ha un significato sacro o etnico-culturale. In conclusione, l’articolo propone una riflessione sull’importanza del nome come diritto identitario primario e sulla necessità di proteggerlo anche quando entra in conflitto con esigenze amministrative o linguistiche degli Stati. La tutela del nome, infatti, rappresenta un presidio essenziale di libertà e dignità della persona.
PAROLE CHIAVE
Diritto al nome; Identità personale; Libertà religiosa; Traslitterazione; Giurisprudenza europea