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17 ottobre 2025
Il 31 luglio 2025, a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, è stato firmato un accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede per la realizzazione di un impianto agrivoltaico a Santa Maria di Galeria[1]. Si tratta di un’area extraterritoriale nella periferia di Roma, il cui status giuridico risale all’Accordo dell’8 ottobre 1951 con il Governo italiano[2], stipulato per garantire all’emittente pontificia la diffusione globale dei propri contenuti[3]. Dal 1957, in quest’area ha infatti sede l’impianto della Radio Vaticana, attualmente utilizzato per le trasmissioni in onde corte[4].
Il progetto era già stato annunciato da Papa Francesco nella Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio ‘Fratello Sole’ del 21 giugno 2024[5]. In tale documento, il Pontefice ha nominato due commissari speciali, il Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) e il Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, affidando loro il compito di promuovere e realizzare un sistema in grado di integrare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con la conservazione dell’uso agricolo dei terreni interessati.
L’obiettivo dell’impianto agrivoltaico è duplice: da un lato, garantire l’approvvigionamento di energia della stazione radio presente sul sito; dall’altro, contribuire al raggiungimento dell’autosostentamento energetico dello Stato della Città del Vaticano, in coerenza con la visione ecologica fortemente sostenuta da Papa Francesco. Nello stesso Motu Proprio, infatti, il Papa ha ribadito l’urgenza di «apportare cambiamenti ai propri stili di vita, di produzione e di consumo, al fine di contrastare il riscaldamento globale che vede, tra le sue principali cause, l’uso pervasivo dei combustibili fossili»[6].
In linea con i principi enunciati nella Lettera Enciclica “Laudato sì” e nell’Esortazione Apostolica “Laudate Deum”, il progressivo abbandono delle fonti energetiche non rinnovabili rappresenta per ogni istituzione cattolica una scelta di “coerenza morale”, nonché un’occasione per ridefinire il “codice morale” della società contemporanea. Orientare gli investimenti verso il superamento dei combustibili fossili consente infatti di attuare una conversione ecologica integrale, se sostenuta da «un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico»[7], il quale tende ad esercitare «il suo dominio anche sull’economia e sulla politica»[8].
Il progetto ha ricevuto il sostegno anche di Papa Leone XIV che, durante la visita del 19 giugno 2025 alla zona extraterritoriale di Santa Maria di Galeria, ha in particolare sottolineato il valore della cooperazione internazionale nella tutela del creato, una priorità centrale nel suo pontificato. Proprio in tale prospettiva, l’accordo prevede la possibilità di destinare all’Italia, per finalità sociali, l’energia elettrica eventualmente prodotta in eccesso.
Dal punto di vista giuridico, l’accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede si inserisce all’interno della consolidata cornice delle relazioni pattizie avviate con il Trattato del Laterano dell’11 febbraio 1929, confermandone la perdurante vitalità e attualità. Tale quadro normativo, infatti, si dimostra oggi capace di estendere il proprio ambito di applicazione per includere tematiche di natura scientifica, ambientale ed energetica. In questo contesto, è previsto che, analogamente a quanto già avviene per il Centro radiotrasmittente[9], anche l’impianto agrivoltaico possa beneficiare delle immunità giuridiche e dei privilegi sanciti espressamente dagli articoli 15 e 16 del Trattato Lateranense. Come noto, l’art. 15 garantisce alla Santa Sede le stesse immunità riconosciute dal diritto internazionale alle sedi degli agenti diplomatici, sia in riferimento agli immobili di cui agli articoli 13, 14 (primo e secondo comma) e 15 del Trattato, sia con riguardo agli «altri edifici nei quali la Santa Sede in avvenire crederà di sistemare altri suoi Dicasteri»; l’art. 16, invece, prevede l’esenzione di una serie di immobili pontifici dall’assoggettamento a vincoli o ad espropriazioni per pubblica utilità, salvo previo accordo con la Santa Sede, oltre che dall’imposizione di tributi, sia ordinari che straordinari, da parte dello Stato o di qualsiasi altro ente.
A livello internazionale, l’accordo si allinea agli impegni assunti da entrambi gli Stati nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e dell’Accordo di Parigi, noti strumenti normativi multilaterali attraverso i quali la comunità globale si adopera per contrastare «le pericolose interferenze umane sul sistema climatico», e a cui il Vaticano ha aderito con l’intento di contribuire «agli sforzi di tutti gli Stati per offrire, secondo le rispettive responsabilità e capacità, una risposta adeguata alle sfide poste all’umanità e alla nostra casa comune dai cambiamenti climatici»[10].
Infine, sotto il profilo simbolico e sistemico, l’iniziativa colloca lo Stato della Città del Vaticano tra il ristretto novero di Stati - insieme a Nepal, Paraguay, Etiopia, Albania, Bhutan, Islanda e Congo - in grado di soddisfare integralmente il proprio fabbisogno energetico mediante fonti rinnovabili. Si tratta di un traguardo di notevole portata, che attribuisce al Vaticano una posizione distintiva all’interno della governance climatica globale, quale attore capace di offrire un esempio virtuoso di responsabilità ambientale e di cura sostenibile del creato.
Caterina Gagliardi
Fonte: Bollettino Sala Stampa della Santa Sede, 31 luglio 2025, consultabile in https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2025/07/31/0535/00957.html.
[1] Il testo dell’Accordo, presumibilmente articolato in cinque articoli, non è stato ancora divulgato ufficialmente.
[2] Accordo fra la Santa Sede e l’Italia per gli impianti radio-vaticani a Santa Maria di Galeria e a Castel Romano, 8 ottobre 1951.
[3] Autorevole dottrina ha evidenziato la particolarità del caso. Al fine di garantire l’extraterritorialità dell’area, infatti, non si fece ricorso al disposto dell’art. 15 del Trattato - che prevede l’obbligo dell’Italia di concedere l’immunità reale quando la Santa Sede ne abbia bisogno per attività connesse alle proprie funzioni - bensì a una specifica convenzione internazionale, vale a dire il citato Accordo tra la Santa Sede e l’Italia per gli impianti radio-vaticani a Santa Maria di Galeria e a Castel Romano dell’8 ottobre 1951, reso esecutivo con legge 13 giugno 1952, n. 680. In tal senso, Giuseppe Dalla Torre, L’extraterritorialità nel Trattato del Laterano, Giappichelli, Torino, 2016, p. 93.
[4] Gli impianti trasmittenti della Radio Vaticana, a causa della loro estensione e complessità, non potevano infatti essere collocati nel ristretto territorio della Città del Vaticano.
[5] Papa Francesco, Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “Fratello Sole”, 21 giugno 2024.
[6] Ibidem.
[7] Papa Francesco, Lettera Enciclica Laudato sì. Sulla cura della casa comune, 111.
[8] Ivi, 109.
[9] Accordo fra la Santa Sede e l’Italia per gli impianti radio-vaticani a Santa Maria di Galeria e a Castel Romano, 8 ottobre 1951, punto n. 1.
[10] Papa Francesco, Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “Fratello Sole”, 21 giugno 2024.
PAROLE CHIAVE
Tutela ambientale - transizione ecologica - fonti rinnovabili - impianto agrivoltaico - Santa Maria di Galeria - accordo tra Italia e Santa Sede - autonomia energetica dello Stato della Città del Vaticano


